In risposta all’articolo pubblicato sul Quotidiano il 10 marzo, Lo scrigno delle biomasse, il Comitato uno di distrae al Bivio, vuole ribadire di non essere un oppositore dell’utilizzo delle biomasse tout court. La stima sulle biomasse presenti sul territorio italiano effettuata dal centro Enea-Trisaia, evidenzia sì la presenza di legname, scarti agricoli e aree boschive in territorio lucano, ma non precisa come questa non sia sufficiente ad alimentare le centrali autorizzate o per le quali è già stata richiesta l’autorizzazione. Noi invece preferiamo ricordare: la centrale del Mercure (chiusa da 12 anni e situata in zona protetta, che l’Enel ora vorrebbe riconvertire a biomasse), il termodistruttore- inceneritore di Potenza, la centrale da 14 MW al bivio di Tricarico-Grassano, la centrale di 13 MW a Venita di Ferrandina, la Centrale a oli vegetali da 10 MW della Tecnoparco a Pisticci, la centrale di Acinello-Stigliano di 35 MW (la più grande del genere in Europa) e il termovalorizzatore Fenice che il Piear considera come un impianto a biomasse di 7,2 MW.
Di fatto, le 500.000 tonnellate di sterpaglie prodotte in Basilicata servirebbero ad alimentare la sola centrale al bivio e quella di Acinello. Il dubbio sulla possibilità di importare biomasse o incenerire CDR resta quindi alto, e si somma alla certezza che bruciare grandi quantità di biomasse in pochi siti produce una serie di impatti negativi e irreversibili sull’ambiente, la salute e l’economia.
Noi del Comitato pensiamo infatti, che “altra cosa sarebbero gli impianti a biomassa di bassa taglia (500 Kw di potenza elettrica installata) dimensionati in base ad un bacino locale di approvvigionamento della biomassa, collegati ad una filiera corta agro-energetica capace di dare redditi complementari a quelli rinvenienti dalla produzione agricola, in grado di fornire energia pulita ed economica alla comunità locale”, come auspicato anche dal nuovo Piear.
Il Comitato non è contro il progresso energetico, ma è contro scempi che distruggono ciò che è stato costruito con duri anni di fatica e azzerano le possibilità di un futuro dignitoso.
Leggi l’articolo sul Comitato pubblicato sul Quotidiano del 20 marzo 2010: Altalena di carte per la centrale
Lascia un commento